Destini incrociati

DESTINI INCROCIATI

Esiste realmente il destino? Saremmo tentati di rispondere negativamente, aggiungendo che il destino nasce giorno dopo giorno dalle nostre iniziative, dalle scelte che portiamo avanti; questa affermazione, pur trovandoci tutti d’accordo, spesso si ritrova a dover fare i conti con alcuni fatti che lasciano spazio ad alcuni dubbi.
Lo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafòn pensava che le coincidenze fossero le cicatrici del destino, e forse non si allontanava molto da una realtà che ci vede quasi inermi, in balia di bizzarri giochi dei quali non conosciamo assolutamente le regole; molti sono stati i termini per identificare l’essenza di quanto racconteremo tra poco: coincidenza, caso, sincronicità, fato, rimane comunque un unico dato certo, l’affermazione che ci vede padroni e arbitri del nostro destino, in realtà, presenta alcuni punti oscuri sui quali sarà bene soffermarci prima di andare avanti con questa curiosa ricerca: il fato è stato da sempre l’ossessione dell’uomo, una misteriosa presenza sulla quale abbiamo scaricato la maggior parte delle nostre paure, compresa quella di non riuscire in alcun modo a interagire con l’invisibile, con le avversità impreviste.
In questo singolare viaggio incontreremo tante singolari coincidenze, ma saranno davvero tali? Potremmo definirli strani scherzi del destino, oppure tentare di intravedere un ben preciso piano, un percorso ciclico che non conosce soste e si riproduce nel tempo, spingendoci a formulare un angosciante quesito: tutti gli eventi, in assenza di presunte connessioni casuali dimostrabili, rappresentano davvero una coincidenza?
La verità è che le coincidenze, in qualche modo, violano le nostre cognizioni di causa e di effetto; ma se invece fosse proprio la nostra cognizione di casualità ad essere errata?
Quando i filosofi greci si interessarono del tema della casualità (V secolo a.C.), si accettò universalmente il principio in base al quale l’inizio di qualunque cosa è sempre causato da qualcos’altro; non era dello stesso avviso il filosofo scozzese David Hume il quale, al contrario, sosteneva che non necessariamente un fenomeno debba avere una causa.
In effetti, il punto di partenza delle teorie tradizionali sulla casualità, non può essere provato; tutto quello che ne possiamo dedurre si riduce al fatto che, ciò che riteniamo essere una causa precede sempre ciò che consideriamo essere il suo effetto; come logica conseguenza esiste sempre una contiguità tra le due cose, ma questo è tutto quello che siamo riusciti fino ad oggi a capire.
Partendo da questi presupposti, arrivare a toccare la teoria della sincronicità, diventa quasi un passo obbligatorio; pensare a qualcuno, svoltare l’angolo e, improvvisamente, vederselo venire incontro sorridente, oppure ricordarsi di un amico lontano da tempo, sentire suonare il telefono e ascoltare inaspettatamente la sua voce.
Sono tutti eventi casuali, coincidenze con un significato soggettivo ben preciso; in realtà il termine casualità, in questo contesto, sarebbe fuori luogo, poiché quasi sempre legato al mondo dei numeri, e non a singoli episodi dal carattere irripetibile.
La sincronicità è quindi un principio che regola i cosiddetti “nessi casuali”, ovvero tutte quelle situazioni rispetto alle quali non è possibile rintracciare alcun tipo di casualità; si tratta in altri termini dell’accadere simultaneo di coincidenze particolarmente significative, quasi a testimonianza di una energia che si muove invisibile, regolando misteriosamente ogni avvenimento.
Si tratta quindi di semplici “scherzi” del destino, oppure siamo in qualche modo noi stessi, volontariamente o meno, responsabili di tali avvenimenti?

 

IL FATIDICO NUMERO 21
Luigi XVI, ancora fanciullo, venne messo in guardia da un noto astrologo del tempo; avrebbe dovuto fare molta attenzione il 21 di ogni mese.
Questa raccomandazione lo terrorizzò a tal punto che, in seguito, decise di non intraprendere mai nulla durante quella data fatale.
Ma il destino tesseva ben altri piani: il 21 giugno 1791, Luigi XVI viene arrestato a Varennes insieme alla Regina; il 21 settembre dell’anno successivo la Francia abolisce la Monarchia e instaura la Repubblica; il 21 giugno 1793 Luigi XVI sale sulla ghigliottina!

 

 

UN ANNIVERSARIO INCONSUETO

Augustus J. C. Hare era uno scrittore e pittore del periodo vittoriano; intorno al 1830 venne dato in adozione, a soli quattordici mesi.
Diciassette anni dopo, nell’anniversario della sua adozione, si recò a Mannheim, e cenò nello stesso albergo dove venne ceduto a sua zia, che era anche la sua madrina di battesimo.
La sera, ritornando alla stazione, incontrò sul marciapiede una donna che piangeva disperatamente stringendo tra le braccia un bambino; si avvicinò chiedendole cosa le fosse accaduto, ma la risposta gli fece raggelare il sangue nelle vene: “…si tratta di mio figlio, ha soltanto quattordici mesi e mi lascerà per sempre con il prossimo treno in arrivo. Deve essere adottato da sua zia, che è anche la sua madrina, e non lo rivedrò mai più…”!

GIOCHI DEL DESTINO

Nel 1858, Robert Fallon, del Northumberland (Inghilterra), venne accusato di barare al poker in un saloon di San Francisco.
In seguito al diverbio venne ucciso da un colpo di pistola; prima dell’arrivo della polizia il suo posto venne preso dal primo passante che trovarono per strada, dato che all’epoca si credeva che il denaro vinto con l’inganno portasse sfortuna.
Il ragazzo portò la vincita a 2.200 dollari e all’arrivo della polizia si scoprì che era il figlio di Fallon e non vedeva il padre da ben sette anni!

DUE PRESIDENTI, UN SOLO DESTINO

Due delle morti più drammatiche che hanno caratterizzato la storia degli Stati Uniti d’America, sono sicuramente quelle dei presidenti Abraham Lincoln e John Fitzgerald Kennedy.
Si trattò di due avvenimenti che colpirono profondamente il popolo americano, ma anche di due tragiche storie sulle quali la coincidenza si prodigò in maniera assolutamente eclatante:

1. Lincoln viene eletto Presidente nel 1860; esattamente cento anni dopo, nel 1960, Kennedy viene eletto Presidente.
2. Sia Lincoln che Kennedy sono profondamente impegnati nella lotta a favore dei diritti dei cittadini di colore.
3. Entrambi vengono assassinati di venerdì, e in entrambi i casi sono presenti le rispettive mogli.
4. Sia la moglie di Lincoln, che quella di Kennedy, avevano perso un figlio durante la loro permanenza alla Casa Bianca.
5. Entrambi i Presidenti vengono uccisi da una pallottola esplosa alle spalle e che penetra la testa.
6. Lincoln viene ucciso al Teatro Ford. Il Presidente Kennedy trova la morte mentre viaggia su una Lincoln fabbricata dalla Ford.
7. Al loro posto viene eletto un vicepresidente di nome Johnson; in entrambi i casi si trattava di un democratico del Sud e di un ex senatore.
8. Il successore di Lincoln, Andrei Johnson, era nato nel 1808; il successore di Kennedy, Lyndon Johnson, nel 1908, esattamente cento anni dopo.
9. Il primo nome del segretario particolare di Lincoln era John; l’ultimo nome del segretario particolare di Kennedy era Lincoln.
10. Secondo alcune fonti, John Wilkes Booth, l’assassino di Lincoln, era nato nel 1839; Lee Harvey Oswald, il presunto assassino di Kennedy, era nato nel 1939, esattamente cento anni dopo.
11. Entrambi gli assassini furono uccisi prima di essere processati, erano del Sud, e avevano opinioni politiche estremiste.
12. Booth Uccise Lincoln in un teatro, quindi cercò rifugio in un magazzino; Oswald uccise Kennedy sparando da un magazzino e si rifugiò in un teatro.

UNA FOTO PROFETICA

Eileen M. Birthell, di Portsmouth (Inghilterra), mandava avanti il negozio di alimentari che un tempo era stato dei suoi genitori; sulla vetrina, da circa venti anni, faceva bella mostra di se un cartello incorniciato che indicava il giorno di chiusura settimanale.
Due settimane prima del matrimonio del fratello, Eileen decide di rimuovere il cartello dalla cornice per apportarvi alcune modifiche.
Con sua grande sorpresa la donna scoprì, proprio dietro l’avviso, una grande fotografia che ritraeva una bambina tenuta in braccio da un uomo.
Si trattava della futura fidanzata del fratello, mentre l’uomo era suo suocero.
Nessuno della famiglia, ai tempi della costruzione del cartello, conosceva quella famiglia, e nessuno riuscì a spiegarsi come proprio quella foto fosse finita a fare da rinforzo all’avviso; adesso, dopo venti anni, le due famiglie stavano per essere unite da un matrimonio.

COINCIDENZA FATALE

Durante l’attacco all’arsenale federale di Springfield, il 25 gennaio del 1787, Jabez Spider, originario di Leyden, nel Massachusetts, venne ucciso colpito da due pallottole.
L’uomo indossava lo stesso pastrano che aveva portato suo fratello Donald, anche lui ucciso da due pallottole il 5 marzo del 1784.
Per una fatale, quanto inusuale “coincidenza”, le pallottole che uccisero Jabez, passarono attraverso i fori di quelle che avevano ucciso il fratello tre anni prima!

LA TRAGEDIA DEL TITANIC

Nel 1892 lo scrittore W.T. Stead pubblicò un racconto su una grossa nave passeggeri a vapore, vanto dell’epoca per le sue caratteristiche tecnologiche, che in pieno Atlantico affondava dopo essersi scontrata con un grosso iceberg. I pochi passeggeri superstiti venivano salvati dalla nave Majestic della White Star Liner, un’unità che al tempo esisteva davvero e che era comandata dal capitano Edward Smith, più tardi capitano del Titanic. Ridendo della sua stessa premonizione, Stead volle imbarcarsi sul Titanic per il viaggio inaugurale verso New York e, ironia del destino, fu proprio tra le vittime del naufragio che avvenne il 14 aprile del 1912 quando lo scafo della grande nave venne squarciato dall’iceberg.
Ma la storia non finisce qui: nel 1898 lo scrittore americano Norman Robertson dava alle stampe il romanzo “Futility”, conosciuto anche con il titolo “Il naufragio del Titan”; nel libro si raccontava di una gigantesca nave, il Titan appunto, che durante il viaggio inaugurale finiva per scontrarsi contro un iceberg più o meno nello stesso punto in cui, nel 1912, il Titanic sarebbe poi affondato. Successivamente, nel 1939, il capitano di un’altra grande nave si rese conto che l’imbarcazione stava navigando proprio nella zona del famoso disastro e preso da una improvvisa premonizione, fece fermare i motori. Qualche istante dopo un iceberg comparve tra le nebbie e danneggiò lo scafo. Il danno sarebbe stato di gran lunga maggiore se il vascello si fosse ritrovato a viaggiare a velocità sostenuto proprio al momento dell’impatto. Il nome della nave in questione era Titanian!
Queste infine le singolari coincidenze tra il Titan, nato da una invenzione letteraria, e il Titanic, protagonista del tragico incidente ancora oggi ricordato:

–          Il Titanic era lungo 882,5 piedi. Il Titan 800 piedi.
–          Entrambe le navi erano considerate inaffondabili per i loro numerosi compartimenti stagni.
–          Entrambe erano definite “la più grande nave passeggeri mai costruita”.
–          Entrambe potevano trasportare circa 3.000 persone.
–          Entrambe le navi avevano pochissime scialuppe di salvataggio.
–          Entrambe le navi iniziarono il loro sventurato viaggio in aprile.
–          Entrambe colpirono l’iceberg verso mezzanotte.
–          Entrambe le navi strisciarono contro l’iceberg a tribordo.
–          Entrambe percorrevano rotte di collegamento tra New York e l’Inghilterra.
–          Entrambe le navi erano di proprietà di una compagnia britannica con sede a Liverpool.

UNO SCARABEO PER JUNG

Avendo citato in apertura Carl Gustav Jung e la sua teoria sulla sincronicità, chiudiamo questo articolo con un ricordo riportato proprio dal grande psichiatra, nella sua opera “Sincronicità”, pubblicata nel 1960
Una giovane donna, paziente di Jung da alcuni mesi, fece uno strano sogno, durante il quale le veniva offerto in omaggio uno scarabeo d’oro.
Durante la terapia iniziò a parlare di quel sogno, mentre Jung ascoltava, seduto con le spalle rivolte alla finestra chiusa.
Improvvisamente lo psichiatra avvertì un rumore, una sorta di battito d’ali; girandosi verso la finestra, notò un insetto che, dall’esterno, batteva contro i vetri, quasi chiedendo di entrare.
Aperta la finestra, riuscì a catturarlo mentre volava all’interno della stanza buia; osservandolo più da vicino, non riuscì a trattenere il proprio stupore.
Si trattava di un coleottero chiamato “Cetonia aurata”, l’insetto più simile allo scarabeo che si possa trovare dalle nostre parti!

Robert Straw

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