I fuochi di San Giovanni
I falò accesi nei campi la notte di S. Giovanni erano considerati, oltre che propiziatori, anche purificatori e l’usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell’Africa del nord.
I contadini si posizionavano principalmente su dossi o in cima alle colline, e accendevano grandi falò in onore del Sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa; spesso con le fiamme di questi falò venivano incendiate delle ruote di fascine, che venivano in seguito fatte precipitare lungo i pendii, accompagnate da grida e canti.
Come già detto sopra i falò avevano però anche una funzione purificatrice: per questo vi si gettavano dentro cose vecchie, o marce, affinché il fumo che ne scaturiva tenesse lontani spiriti maligni e streghe; si riteneva infatti che proprio durante questa particolare notte, le streghe si riunissero e scorrazzassero per le campagne, alla ricerca di erbe.
In alcuni casi si bruciava, come per l’epifania, un pupazzo, così da bruciare in effige la malasorte e le avversità; inoltre si faceva passare il bestiame tra il fumo dei falò, in modo da togliere le malattie e proteggerlo sia da queste sia da chiunque vi potesse gettare fatture e malie.
Le usanze popolari legate ai falò di S. Giovanni erano e sono molteplici; sino a poco tempo fa si era soliti, ad esempio, in Veneto, allestire dei fuochi negli incroci.
A Pamplona, in Spagna, si usa raccogliere erbe aromatiche da bruciare negli incroci per scongiurare le tempeste e i fulmini.
Anche i Berberi del nord Africa hanno dei festeggiamenti in concomitanza con il 24 giugno e per questi accendono dei fuochi che producano un fumo molto denso, in modo da propiziare il raccolto dei campi e per guarire, sempre attraverso il fumo, chi vi passa in mezzo.
In una località della Germania, vi e’ un’usanza a cui partecipa tutta la popolazione dei dintorni: una grossa ruota infuocata viene fatta rotolare fino a valle, dove passa il fiume: se la ruota arriva accesa nell’acqua il segno e’ favorevole, in caso contrario e’ cattivo auspicio.
Chi salta il fuoco è sicuro di non dover soffrire il mal di reni per tutto l’anno.
Gettando erbe particolari (come la verbena) nel fuoco del falò si allontana la malasorte.
La mattina del 24 Giugno le persone girano tre volte intorno alla cenere lasciata dal falò e se la passano sui capelli o sul corpo, per scacciare i mali.
Helios