La Chiromanzia

La chiromanzia

 

Iniziamo subito con il precisare che la Chiromanzia (dal greco Cheìr) non è una vera e propria tecnica divinatoria volta a predire il futuro; l’esame della mano, in realtà, ha come fine ultimo quello di mettere in evidenza il carattere e le inclinazioni del soggetto.

Non a caso si fa derivare questo termine dalla radice greca Cheìr, narra infatti la tradizione che fu proprio il Centauro Chitone a trasmettere agli Eroi la conoscenza dell’Astronomia, della Medicina e della Taumaturgia, cioè di tutte quelle arti che prevedono sia la guarigione che il modo affinché lo scorrere della vita sia il più sereno possibile, cioè la possibilità di scrutare il futuro e di prevenire gli eventi.

Si tratta di una pratica sicuramente molto antica ma rispetto alla quale abbiamo notizie certe soltanto a partire dall’antichità greco romana; furono molti i filosofi e gli storici di quel periodo che ne fecero menzione: Aristotele la pose come parametro in rapporto alla longevità, Plinio ne parlò ampiamente ed alcuni accenni vennero fatti anche da Giovenale; in seguito, nel Duecento, se ne occupò Alberto Magno e ,durante il Rinascimento, divenne oggetto di approfonditi studi da parte di Paracelso e di Girolamo Cardano.

Nell’Ottocento la Chiromanzia assume un ruolo e un significato tale che molti studiosi tentarono di farne una vera e propria scienza, mentre già da tempo i suoi fondamenti erano conosciuti in India e in Cina; tutto questo rimane però relegato nei soffici salotti nobiliari e nelle dispute filosofiche, la vera e propria divulgazione a livello popolare avviene quando gli Zingari ne fecero la loro arte portandola nelle strade e dando, senza volere, ad una pratica che veniva usata senza convinzione e con il solo scopo di guadagnarsi da vivere, una popolarità ancora oggi mai oscurata.

Il fatto che la pratica della Chiromanzia rimanga, almeno nell’inconscio collettivo, come strettamente connessa agli Zingari, ha dato spesso man forte alle opinioni che vedono in questa mantica un semplice sotterfugio, anche se antico nel tempo, per raggirare le personalità ingenue o disperate a tal punto da non avere altra soluzione se non quella di affidarsi al mistero e alle arti occulte.

Tutto questo, anche se purtroppo ultimamente rispecchia una realtà largamente diffusa, non corrisponde esattamente al vero e non spiega per quale motivo grandi pensatori, filosofi e studiosi, abbiano prodotto, nel corso della loro esistenza, notevoli ed esaurienti trattati proprio sulla Chiromanzia.

Sarebbe più esatto inquadrare il fenomeno chiromantico relativo al popolo Gitano, in stretta connessione con il loro innato nomadismo; è vero infatti che praticare la Chiromanzia non richiede eccessivi mezzi o particolari luoghi, basta una piccola stanza o lo stesso carrozzone della gitana.

È anche interessante notare che la figura della Zingara, che interpreta il futuro leggendo le mani, è più riferibile ad un certo tipo di cultura post medioevale che non alla realtà; non dimentichiamo che i primi veri e propri manuali di Chiromanzia iniziarono a circolare in Europa proprio nel Medioevo, quasi in concomitanza con l’arrivo del popolo gitano e con il loro estremo bisogno di integrarsi in qualche modo al fine di sopravvivere alle continue persecuzioni. Risulta quindi più un atteggiamento rivolto verso gli stranieri, i non – zingari, come vengono definiti, che non una vera e propria pratica ereditaria; a sostegno di questa ipotesi, molti studi moderni condotti sul popolo gitano, sulle sue abitudini e sulle sue tradizioni, hanno confermato che molti “atteggiamenti” sono rivolti esclusivamente a coloro che non appartengono al popolo zingaro e che tali “atteggiamenti” non vengono mai messi in pratica all’interno dei campi o delle comunità.

Chiromanzia e Zingari sono quindi un accostamento dovuto più a quell’alone di mistero che i Gitani stessi tendono ad accrescere, che non ad una effettiva tradizione occulta e misteriosa; unica assonanza potrebbe semmai riscontrarsi nel profondo mistero che unisce queste due figure; l’origine del popolo gitano è infatti ancora oggi avvolta in una fitta nebbia fatta soltanto di deduzioni e ipotesi che non riescono a trovare riscontri storici obiettivi.

D’altra parte, e concludiamo questa breve incursione nel mondo gitano, sia pur esso degno di maggiori approfondimenti, gli stessi Zingari sono vittime della stessa confusione generata da anni di cattive interpretazioni e di false immagini; non esiste ad oggi un corpo unico di tradizioni che possa in qualche modo identificare una unica matrice spirituale gitana; le cosmogonie e le credenze si sono nel tempo amalgamate con i luoghi che hanno accolto carrozzoni e campi; ciò che rimane è una grande riservatezza nei confronti della propria spiritualità, opposta ad una progressiva perdita delle tradizioni che rischia nel tempo di far perdere del tutto le radici stesse del popolo zingaro.

La Chiromanzia rappresenta quindi una vera e propria scienza e fonda questa sua rivendicazione basandosi sui dati e sulle esperienze scaturite dall’osservazione sistematica condotta su milioni di soggetti in alcuni millenni di storia; nonostante una vera e propria impostazione scientifica gli sia stata data soltanto a partire dal 1800, quest’ultima è stata in realtà soltanto una verifica di tutte quelle conoscenze tramandate dalle varie scuole precedenti attraverso i loro studi, le osservazioni e le comparazioni.

Non dimentichiamo inoltre che proprio la mano, per le sue insite funzioni prensili e tattili, ha ricevuto fin dai tempi più remoti una particolare attenzione; la sua funzione nella gestualità è fondamentale, soprattutto rispetto alle pratiche rituali, alla preghiera e alla comunicazione.

Ma, come abbiamo già detto, non stiamo trattando un mezzo per scrutare nel futuro, ci stiamo occupando soltanto di un metodo indicativo che mette in evidenza le inclinazioni del soggetto, quelle attitudini che se sfruttate e riconosciute in tempo, potrebbero stravolgerne il destino oppure metterlo in grado di operare determinate scelte anziché altre.

Proprio per questa sua caratteristica, la Chiromanzia non ha delle vere e proprie regole definite; la maggior parte delle nozioni e delle indicazioni che avremo modo di dare più in avanti, sono in realtà il frutto tramandato di antiche osservazioni e pazienti studi che hanno permesso, nel tempo, di stabilire delle regole base rispetto alle quali si muoverà poi tutto il quadro interpretativo adattandosi ai vari soggetti.

Questi criteri di interpretazione, che potremmo definire universali, consentono con un buon margine di sicurezza di identificare i segni corrispondenti alla personalità ed agli avvenimenti salienti relativi alla vita dell’individuo; sulla scorta di queste prime informazioni possiamo quindi affermare che la Chiromanzia permette di determinare i seguenti sette tratti caratteristici:

  1. Salute.

  2. Utilizzo della mente.

  3. Amore.

  4. Talento.

  5. Lavoro.

  6. Aspirazioni.

  7. Elementi legati in qualche modo alle vite precedenti.

Il passo successivo sarà quello di tentare di guidare il soggetto ad una vera e propria autoverifica, tenendo conto che gli elementi passati sono quasi sempre responsabili delle situazioni attuali e che da questa sinergia si determinano le scelte future; la presa di coscienza finale del soggetto dovrebbe essere quella di una persona che, conoscendo gli eventi, tende a non farsi influenzare da questi ultimi, arrivando ad essere unico protagonista della propria vita.

Helios

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