La divinazione

La divinazioneLA DIVINAZIONE

Con il termine Divinazione viene sostanzialmente riconosciuta la pratica fondata sulla capacità di intuire o di venire a conoscenza di eventi passati, presenti o futuri attraverso il contatto diretto od indiretto dell’intelligenza umana con il sovrannaturale avvalendosi di vari strumenti, che assumono il ruolo di tramiti fisici tra il consultante e le forze naturali che presiedono alla sfera spazio-tempo.

Il termine deriva dal latino Divinus, nel senso di ispirato dalla divinità, che è alla base anche del verbo indovinare; parliamo quindi della conoscenza di fatti non percepibili con i sensi, di eventi passati, presenti o futuri che si pensava fossero resi tangibili agli uomini attraverso le rivelazioni divine.

Nelle antiche religioni, qualsiasi conoscenza chiaroveggente, ed in particolare la conoscenza del futuro, era considerata come suggerita dagli Dei a personaggi privilegiati, capaci di accogliere ed interpretare i messaggi delle divinità; queste persone erano meglio conosciute con il nome di Indovini e questo termine è rimasto in uso fino a tutto il secolo scorso, oggi è stato quasi totalmente abbandonato ed in campo scientifico si preferisce parlare di percezione extrasensoriale, di chiaroveggenza, di precognizione e di retrocognizione.

Questa antica pratica, diffusissima tra i Pagani, gli Ebrei ed i primi Cristiani, era strettamente legata alla religione, la quale, nelle antiche cosmogonie, teneva ben strette in mano le redini dei destini umani.

Strumento della Divinazione è, nella maggior parte dei casi, una persona dotata di facoltà ricettive fuori dalla norma (o comunque dalla norma che noi riteniamo sia quella naturale di un essere umano); potremmo volgarmente chiamare questa particolare persona “medium”, ma risulterebbe un termine troppo generalizzato e poco attinente alla pratica stessa. Universalmente il medium è un tramite umano e naturale tra il nostro mondo e quello dei defunti, il cardine di una seduta spiritica dove forze materiali e forze ancora legate al mondo materiale, ma appartenenti ad una realtà esterna parallela, entrano in conflitto producendosi in fenomeni visivi o uditivi.

Altro termine ormai poco usato, ma forse più specifico per indicare i fenomeni che si riferiscono all’interpretazione di segni riguardanti il passato, il presente ed il futuro, è l’aggettivo Mantica, derivato dal nome greco Mantiké, con il significato di divinazione.

La figura dell’indovino, in passato, era meglio conosciuta con il nome di Màntis, cioè colui che era in grado di stabilire un contatto con le divinità ottenendo da esse comunicazioni su eventi già predeterminati.

Anticamente la polemica sul fenomeno della divinazione e sul bisogno di conoscere il proprio futuro era abbastanza accesa, Cicerone, nella sua opera sulla Divinazione, fu tra i primi a criticare questa concezione e, con argomenti abbastanza convincenti per quel periodo storico, affermava che se gli Dei volessero comunicarci qualcosa lo farebbero di certo direttamente e non servendosi di simboli oscuri; seguendo questo ragionamento egli riteneva assurdo voler cercare ad ogni costo un nesso logico tra l’aspetto delle viscere di un animale e l’esito di una battaglia. Tutto ciò avveniva quando ancora la divinazione ed i suoi metodi andavano di pari passo con la religione ed erano considerati doni degli Dei agli uomini; ai nostri tempi la teoria della sincronicità enunciata da Jung ha stravolto completamente i punti di vista e, pur confermando quello di Cicerone riguardo ai fenomeni mantici, ha introdotto l’idea di divinazione come conseguenza di un processo conoscitivo dei rapporti esistenti in assoluto tra i fatti più diversi.

Jung si era convinto che qualche processo di collegamento, diverso dalla causalità, ma ad essa complementare, fosse operante nell’universo, e che la sua manifestazione dipendesse dalla collaborazione tra la psiche umana ed il mondo esterno. Elemento cardine della teoria sulla sincronicità sono gli Archetipi della psiche che appaiono alla mente cosciente come un particolare tipo di simbolo; l’Archetipo non è concepito dalla mente cosciente ma sorge dentro di essa da quello che Jung definisce “Inconscio Collettivo”, cioè un immenso serbatoio di immagini primordiali condiviso da tutta l’umanità.

Così come tutti gli uomini posseggono alcuni tratti genetici in comune, allo stesso modo condividono un patrimonio di materiale psicologico che giunge alla coscienza soltanto durante il sonno o il dormiveglia.

Nei primi decenni del nostro secolo Eugéne Osty, il più acuto studioso dei fenomeni parapsichici durante il primo trentennio del nostro secolo, avanzò l’ipotesi secondo la quale i fatti o gli oggetti osservati dall’indovino sarebbero dei semplici appoggi, cioè oggetti privi di qualsiasi efficacia, ma che favoriscono lo scatenarsi di capacità paranormali, come fenomeni di chiaroveggenza nello spazio e nel tempo. Appoggi possono quindi essere un oggetto, una parola, una frase, una qualsiasi pratica; tutta la ritualistica magica, ad esempio, può essere considerata un appoggio, valido per il sensitivo che se ne serve, ma inefficace per chiunque altro.

A volte l’appoggio può essere basato su una tradizione secolare, come la bacchetta del rabdomante, il pendolo del radiestesista, oppure la sfera di cristallo; spesso l’appoggio è, invece, personale, cioè un oggetto oppure una pratica che il sensitivo ha scelto e che solo per lui si rivela efficace. Si ignora quale sia la natura dei rapporti tra il sensitivo ed il suo appoggio, anche se si può supporre che esso provochi in lui uno stato di trance più o meno profonda, che è poi il punto di partenza di ogni manifestazione paranormale; ci si domanda, tuttavia, se l’appoggio debba essere veramente considerato estraneo al fenomeno prodotto: in pratiche come la Cartomanzia, ad esempio, non sempre le risposte del cartomante, per quanto esatte, corrispondono ai significati convenzionali delle carte estratte per la consultazione; quindi, in questo caso, le carte non rappresenterebbero un semplice appoggio, ma la loro successione e la loro scelta, che in apparenza è devoluta al caso, sosterrebbero una parte integrante della visione paranormale.

Una ipotesi più recente è invece quella suggerita dagli studi relativi alla psicocinesi, e riguarda la possibilità che il sensitivo, conoscendo il significato simbolico delle sue tecniche, influisca inconsciamente su di esse preparando così la disposizione delle carte, o di altri strumenti usati per la divinazione, in modo da ottenere la comunicazione simbolica ad eventi futuri da lui già conosciuti.

Helios

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